Chi è Giancarlo Orlando
Dopo 21 anni in convento, dove ho vissuto una vita di preghiera e servizio come sacerdote, ho sentito il bisogno di esplorare nuovi orizzonti.
Affrontando resistenze al cambiamento e superando timori legati al lasciare un ambiente noto, ho intrapreso un viaggio di trasformazione personale. Questo cammino mi ha portato a conseguire, oltre alla laurea in teologia, una seconda laurea in psicologia del lavoro, unendo la mia profonda fede cristiana con nuove conoscenze.
La decisione di vivere la fede in maniera diversa è stata ispirata dalla realizzazione che la vita promessa da Dio era più abbondante di quanto stessi vivendo.
Oggi, con il metodo ‘vita in pienezza’, aiuto gli altri a trovare la loro strada verso una serenità e un’armonia interiore più profonde, dimostrando che è sempre possibile reinventarsi e crescere, indipendentemente dal punto in cui ci si trova nella vita.
La mia vita
La mia routine quotidiana in convento, era scandita dagli orari comunitari ( i momenti di preghiera o di refettorio insieme), ma anche momenti liberi di formazione personale o da dedicare alle persone che chiedevano di confessarsi o di parlare. Dal 2009, quando sono diventato sacerdote, non potevo non tener conto che la mia vita non era più “solo per me”, ma prevalentemente per gli altri.
Il desiderio era quello di fare sempre qualcosa di bello nelle parrocchie o conventi nei quali ero inserito, ma mi dovevo spesso scontrare con mentalità poco avvezze al cambiamento e alle novità.
Credo fermamente che la velocità decisionale e l’apertura ad accogliere le nuove sfide a cui siamo chiamati, siano delle caratteristiche indispensabili, anche per un’istituzione religiosa come la chiesa.
Ho iniziato quindi ad avvertire che c’era un di più nella vita, ma dopo 20 anni di convento fai fatica a definirlo e a coglierlo, anche perché ti rendi conto che fai parte di una struttura e di un sistema secolare, millenario che ha i suoi tempi e, appunto, le sue resistenze al cambiamento.
Eppure una frase mi accompagnava e mi ritornava alla mente, tratta dal vangelo di Giovanni, capitolo 10, versetto 10: “Io sono venuto perché abbiano la vita , e l’abbiano in abbondanza”.
Ecco, mi chiedevo, dove è questa vita in abbondanza promessa da Dio? Come posso vivere la mia vita in abbondanza, aggiungendo vita ai giorni?
Ad un certo punto ho capito che non avevo quello spazio e quella fiducia che meritavo e che mi avrebbe portato ad agire bene in quella che finora era stata la mia famiglia. Le promesse non erano seguite dai fatti, e rimanevano solo parole al vento che non mi davano la possibilità di esprimere l mio carisma e le capacità che sentivo di avere.
Dopo un lungo periodo di riflessione, ho iniziato a pensare di cambiare aria. I timori erano dovuti alla non giovanissima età, al fatto che fossi in convento da 21 anni, dal pensare che ormai la mia vita fosse ben definita e chiara. Oltre al fatto di non avere comunque un lavoro e di dovermi reinventare come uomo e professionalmente.
Per questi motivi ero un po’ frenato ma dentro di me scalpitavo e sentivo che dovevo farlo, anche perché non stavo vivendo nessuna crisi di fede e non ero innamorato di nessuno, quindi mi sentivo comunque interiormente sereno e libero.
E’ stato un percorso graduale che mi si è rivelato e mi si sta rivelando un poco alla volta. Quando ho capito che ormai si stava chiudendo un capitolo, pur brancolando inizialmente nel buio, ho iniziato a pensare a possibili strade nuove, facendo tesoro dell’esperienza acquisita finora.
E così, pensando ai miei studi di filosofia, teologia, al fatto di avere per anni confessato e parlato con tante persone, ho deciso di iscrivermi di nuovo all’università e conseguire la laurea in psicologia del lavoro. E con l’aiuto di mio fratello Luca, esperto nel trarre cose nuove e buone dalle persone e dalle situazioni, ho deciso di intraprendere questo viaggio.
Quando ho avvertito che coloro nei quali avevo creduto finora, non erano poi così interessati alla mia persona e alle mie necessità, sono crollate le mie convinzioni sulla fraternità e la cura che “i superiori” dovrebbero avere nei confronti dei loro “figli”, lì ho capito che dovevo iniziare ad essere il primo e unico responsabile e protagonista della mia vita, senza aspettare che le cose le decidessero gli altri o me le dicessero gli altri, come avvenuto nei 21 anni in convento.
Gli ostacoli sono stati soprattutto nella mia mente: come faccio a cambiare vita dopo 21 anni in convento? Sarò pronto e capace ad affrontare un mondo completamente diverso da come l’ho lasciato 21 anni fa? Cosa diranno gli altri?
Ma mi ha sempre accompagnato, pur nei momenti di difficoltà e di maggiore “smarrimento”, una serenità come sottofondo. Conservando la preghiera e il dialogo con il Signore, mi sono sentito da lui accompagnato e certo che quello che stavo iniziando mi stava portando verso una strada nuova, completamente diversa, ma altrettanto bella.
Il momento critico è stato l’avvertire l’abbandono da parte delle persone alle quali fino a poche settimana prima avevi affidato la tua vita e la tua vocazione.
Ma questo è stato allo stesso tempo anche la benzina che ha permesso al mio motore di ripartire e prendere la decisione: Sono io il condottiero della mia vita ormai, sono io a decidere in prima persona cosa voglio oggi e cosa non voglio più. E se non sono apprezzato e valorizzato, sono pronto ad andare a gettare semi altrove.
Ho iniziato ad avvertire che stavo percorrendo la strada giusta quando, nonostante gli innumerevoli cambiamenti che stavo mettendo in essere, avevo maggiore consapevolezza di me, della mia vita e sempre più voglia di andare avanti e di lasciarmi un passato, ormai conclusosi, alle spalle.
Era arrivato il momento di cambiare. Cambiare strada, aria, vita. Approccio a me stesso e agli altri. Con maggiore maturità e consapevolezza. Con serenità e a testa alta.
Con gli esami che iniziavo a dare, iniziavo a vedere anche i primi risultati di quello che stavo facendo. Con un approccio più sereno e più libero alle persone, capivo che dentro di me ormai il cambiamento stava avvenendo.
Anche se la strada era ancora lunga e il percorso non del tutto chiaro, ormai avvertivo dentro di me che il cambiamento era iniziato. E indietro non si poteva più tornare.
I successi, se arriveranno arriveranno col tempo. Quello più grande è stato conquistare una serenità che avevo perso ultimamente e non preoccuparmi più della reazione degli altri al mio cambiamento e alla mia vita.
Più tagliavo con alcune cose del passato e più mi sentivo sereno e libero. Questa è stata la prima diversità che ho avvertito e che ho portato con me.
Oltre alla convinzione che ci può essere una vita nuova rispetto a quella vissuta finora, pur portando con me tutto il bagaglio di esperienze, culturali e di conoscenze che ho acquisito in 21 anni di convento tra i frati.
La trasformazione è ancora in atto, in essere. Prima ero “un sacerdote”, “un frate” un “punto di riferimento spirituale e umano”, soprattutto per coloro che vivevano disagi, momenti di difficoltà o ricerca della fede. Oggi sono Giancarlo, sempre lo stesso ma anche persona nuova.
Condividere con gli altri attraverso i mezzi di comunicazione, online, profili social. La mia storia, così insolita e allo stesso tempo così ricca, può aiutare gli altri a non sentirsi mai arrivati o, peggio ancora, finiti e ingabbiati in una situazione dalla quale non si può uscire.
Per ognuno di noi c’è un cambiamento possibile, una trasformazione attuabile, un “nuovo” che può uscire e venir fuori gradualmente e un poco alla volta. Non siamo soli nel viaggio della vita, c’è Dio che ci guida e che ogni giorno ci invita a vivere la nostra vita in pienezza, in abbondanza (Gv 10,10), senza sprecarla e senza piangerci troppo addosso.
Come vivere con maggiore serenità col metodo "vita in pienezza"
Eliminando Stress Ansia Bassa autostima
- La vita moderna spesso è estremamente stressante, con eccessivi carichi di lavoro e impegni personali, rendendo difficile trovare momenti di pace
- Le preoccupazioni costanti, sia per grandi questioni che per piccoli dettagli quotidiani, possono impedire di raggiungere uno stato di serenità
- Dubbi su se stessi e sentimenti di inadeguatezza possono ostacolare la capacità di trovare gioia e soddisfazione nella vita